TESTIMONIANZA
15 marzo 2007
Scrivo per raccontare brevemente un fenomeno che mi
accade da quando sono bambino, e cioè da quando ho fatto
la prima comunione. Fui subito sensibile a quella
sostanza, che mi toccava il cuore e mi faceva subito
capire che era una sostanza meravigliosa. Quel giorno,
da bambino, compresi che stavo gustando qualcosa che
veniva da un altro mondo. E così negli anni questa
meravigliosa sostanza, che scende nel cuore e lo inonda
di beatitudine e di pace, mi ha sempre raggiunto. Io
non faccio assolutamente nulla: è questa bellezza che,
appena fatta la comunione, scende nel cuore, come se lo
toccasse, e subito sento come se una fontana sgorgasse
dal profondo. E sento salire una
sostanza di indicibile dolcezza, che risale come un
fiume e mi rende felice. Come un secondo respiro, che
parte dal cuore e risale, e mi riempie di luce. Così
negli anni ho capito che ho avuto la fortuna di essere
sensibile all'eucarestia. Ho la piena consapevolezza, per
esperienza diretta, che nell'eucarestia si
nasconde il Cristo. A volte, dopo la
comunione, sento come se il suo tocco prendesse il mio
cuore tra le mani, e allora entro in uno stato di
beatitudine che non si può raccontare, e si apre come un
varco, e intuisco che davanti a me e dentro di me esiste
un Regno di indescrivibile bellezza. Vedo il Suo
Infinito. E scopro che non abbiamo neanche idea
dell'Infinita Bellezza che ci attende. Il Paradiso è la
realtà più presente che esiste, ed è già qui. E
l'eucarestia mi permette di gustare questa bellezza, di
pre-gustare l'Eterno. Io amo Cristo sopra ogni cosa.
Sono felicemente sposato, e tra pochi giorni nascerà il
mio primo figlio. E la cosa più bella, è che l'amore per
Cristo e questi incontri con Lui si intrecciano
meravigliosamente con la vita di tutti i giorni.
Vorrei dire a tutti che non esiste bellezza più
profonda di Cristo, e di andare, se potete, ogni tanto
davanti al Tabernacolo, e di non fare nulla: non
parlare, non pregare, non fare sforzi. Ma aspettare che
lui ci tocchi il cuore, perchè Gesù è come il sole. E
l'eucarestia è acqua, sorgente, fuoco, pace,
beatitudine, silenzio, Voce. E' lo stesso Paradiso, che
silenziosamente respira sulla terra.
Arnoldo
TESTIMONIANZA
5 settembre 2003
Durante un mio recente soggiorno a Roma, una sera ho
incontrato due uomini appartenenti al Tempio di
Lucifero. Mio intento è riportare i fatti così come si
sono svolti; i termini e le espressioni saranno, per
quanto la memoria permette, aderenti al linguaggio usato
dai due miei interlocutori.
E’ necessario dire subito, ad onor del vero, che
nonostante le evidenti divergenze di opinione, questi
signori, coi quali ho colloquiato per quasi un’ oretta,
si sono dimostrati molto educati e cordiali; questo è
probabilmente il motivo che mi ha permesso di mantenere
il necessario e civile controllo in certi momenti più
“caldi” della conversazione.
Essendo io chierico indossavo quella sera la veste
talare, che senza dubbio ha attirato l’attenzione dei
due personaggi seduti sotto un albero, davanti ad un
cero rosso posizionato a terra nei pressi della Basilica
di Santa Maria Maggiore. Dopo due parole scambiate su
argomenti che aggiravano molto da vicino l’argomento
“culto satanico”, tento un’osservazione diretta e dico:
«Tu però hai il pentagono al collo…»
«Te ne sei accorto allora…» risponde l’altro sorridendo,
e continua: «Ce n’è uno anche disegnato sotto il cero».
Io guardo bene e scorgo una base di cera buttata a più
riprese, nel luogo ove appoggiava il cero.
L’argomento torna sul Tempio di Lucifero. E’ un culto
presente ufficialmente a Roma fino al 1998, poi morto
alla scomparsa del fondatore. Il mio interlocutore più
giovane mi spiega che nessuno ha preso in mano il
Tempio. E’ meglio così – precisa – perché sono cose
delicate e potrebbero essere gestite da esaltati o
squilibrati. Il Tempio sarebbe stato iscritto al
Tribunale pagando regolarmente le tasse e sarebbe
figurato nella lista in ultima posizione, dopo i
Testimoni di Geova.
Chi fa parte del Tempio rispetta una sorta di codice
d’onore che impone di non lasciarsi andare a pubblici
atti di offesa per il cattolicesimo, né a vandalismi o a
riti che prevedano uccisione di animali (polli, gatti…
Il mio interlocutore si mostra indignato per questo
genere di “schifezze”, così le definisce). Nel Tempio di
Lucifero non si sacrificano animali, o bambini, come in
certe sette fanatiche americane, poiché Lucifero “vuole
il tuo sangue, non quello di altri: tu ti sei consacrato
e tu devi offrire il sangue”. Chiedo cosa significa
offrire il sangue. Risponde: «Tagli e cose del genere…
poi raccogliamo il sangue in calici e lo bruciamo in un
braciere con altre sostanze per far salire il fumo
gradito a Lucifero.»
«Ora che non esiste più il Tempio, come fate?» chiedo.
«Alcuni sono andati ad altri gruppi minori e meno seri
–se ne conoscono almeno una cinquantina a Roma- questi
invocano Satana con certi riti, oppure dei demoni
minori, mentre Lucifero è il Principe di tutti gli
spiriti demoniaci. I più fedeli continuano il culto a
Lucifero personalmente in casa… io per esempio ora prego
Lucifero per conto mio o con un amico (indica l’altro
presente) offrendo ceri neri… o rossi come questo
(indica in terra), anche se il cero nero è proprio
dedicato a Lucifero, gli altri sono più piccole offerte
o servono per la meditazione»
«E come fate per le libazioni di sangue?»
«Bhè, io uso uno spillo, più come cosa simbolica, anche
perché taglia una volta, taglia due volte, fai presto a
riempirti il corpo… poi al dottore che gli racconti?»
«Vi tagliavate spesso?»
«No, poche volte, ci sono date prestabilite; le nostre
festività corrispondono in parte alle vostre. A fine
ottobre c’è il capodanno Satanico, poi la festa di
Ognissanti, vicino a Pasqua…ecc. ecc.»
«Senti un po’- incalzo io – e la storia delle Ostie
consacrate»
«Eh, purtroppo quella è vera. Sò che quello è proprio il
punto che più dà fastidio a voi, e avete ragione… è una
cosa che secca… però si fa. Pure io qualche volte l’ho
fatto. Ah, a proposito… grazie per la comunione sulla
mano!»
«I prezzi?»
«Si aggirano intorno alle 50.000 £, 70.000 £ e 120.000
£… io però non le ho mai acquistate, io me le procuro
per conto mio. Che mi è toccato fare! Ero là da solo,
sai, alla messa della sera, con le vecchiette»
Trovo la forza di scherzare «…’a Vespertina»
Si mette a ridere «Sì, Sì, la Vespertina, con un
crocifisso al collo, e tutte le vecchiette che mi
guardavano compiaciute. Andavo lì, prendevo l’Ostia e
girandomi la mettevo in tasca. A volte mettevo un’ ostia
non consacrata sul palmo sinistro e sopra appoggiavo la
mano destra per ricevere la particola. Essendo io veloce
ad intascare l’Ostia ricevuta, se qualcuno mi diceva di
ingoiare la particola io mostravo quella non consacrata
rimasta nel palmo sinistro e la deglutivo… e mi
giustificavo dicendo che se avevo tardato era perché
intendevo portarla ad una zia ammalata»
«E poi che ne fate delle ostie?»
«Io non ne prendo più, lo facevo quando c’era il Tempio.
Comunque veniva inchiodata sotto l’altare di Lucifero,
trafitta tutt’intorno (mima allargando le mani, mi
ricorda un uomo crocifisso),
poi viene oltraggiata e a volte bruciata… questo per
quanto riguarda quella Big…»
«L’Ostia magna?»
«Sì, noi la chiamiamo “la Big”… quella del prete… che
bisogna per forza comprare»
«Ci sono Sacerdoti disposti a venderle?»
Mi guarda un po’ dispiaciuto o imbarazzato «Sì… quelle
piccole invece ognuno di solito porta la sua, poi
viene…»
«Sì, ho letto qualcosa…»
«Cosa sai?»
«Che la mettete negli organi genitali delle donne
durante dei rapporti sessuali rituali»
«Esatto, questo e cose del genere»
«Mannaggia e voi! Ma guarda che in diversi stiamo
lottando per sospendere il permesso di distribuire
l’eucaristia sulla mano»
«Fate pure… infatti per noi è un gran vantaggio questa
pratica… ma sappiate che non ci riuscirete per via di
grossi interessi in alto, anche a livello di Curia
Romana, che esigono che si continui a ricevere la
particola sul palmo.»
Io gli chiedo. «Ti faccio la domanda da un milione di
dollari: ma perché lo fai? Insomma, noi speriamo nella
Promessa di Cristo, promessa di vita eterna, di un Regno
di pace, gioia e amore senza fine e perfetti, ma
Lucifero cosa può offrire?»
«Lucifero ci promette tutto ciò che su questa terra è in
suo potere: sesso, denaro, potere… con qualche potere
occulto ed esoterico»
«E poi? Perché dopo la morte, c’è il Giudizio….»
«Ha promesso di farci scontare trent’anni di tormenti
fra i suoi demòni e poi saremo liberi come una stellina,
un puntino»
«Tu stesso sai che il diavolo è menzognero»
«A questo punto devo solo sperare, io lo servo e lui
rispetterà i patti»
«Ma sei felice?»
«Bhè, felice è una parola molto grossa… non è più
questioni di essere felice in questa situazione… ora
bisogna viverla, per ora non posso lamentarmi: ho bene o
male avuto quello che desideravo»
«Guarda che se non sei felice, è una situazione che si
può sempre cambiare, Cristo ha detto…»
«No, no, ho firmato un patto di sangue, devo mantenere
la parola data, sono un uomo di parola, lo siamo noi
tutti»
«Patto di sangue? Esiste davvero?»
«Sì, certo… è un documento scritto col nostro sangue,
che ciascuno conserva. E’ scritto con caratteri antichi
difficilmente comprensibili. Ognuno ne firma uno quando
entra nel Tempio… tu offri a Lucifero i tuoi servigi e
gli cedi la tua anima in cambio dei suoi favori»
«Lo fate tutti dunque?»
«Sì, una volta ho fatto vedere il mio ad un ragazzo
curioso. Abbiamo assistito in quello stesso momento ad
un incidente… allora l’ho richiuso e ho deciso di non
farlo più vedere ad alcuno. Non è tuttavia l’unico
rapporto con Lucifero: ci si consacra e si fa la
fusione. Quando ci si consacra si firma il patto di
sangue e si viene investiti con la spada del Sacerdote
del Tempio, un po’ come i cavalieri, e poi si fa la
rinuncia ai sacramenti della Chiesa. La fusione è
un’altra cosa, è un rapporto personale col diavolo…
riguarda te e lui perché sei tu e basta che decidi di
unirti a lui, e nessuno sa i vostri patti. Le donne poi
vengono consacrate streghe, vengono tagliate sul seno.
Sono loro più che altro che fanno fatture, legature e la
cosiddetta Magia Nera»
«Ma al Tempio come funzionava il rito?»
«Si era tutti incappucciati, con la veste nera, ognuno
aveva la sua. Alcuni arrivavano già incappucciati e
–dicevano- non si potevano mostrare perché rivestivano
cariche importanti a livello di Politica e di Vaticano »
«Quindi non vi conoscevate tutti?»
«No, se non volevi farti riconoscere era possibile
farlo. Poi si entrava tutti in processione col cero e la
spada»
«Avevate una spada?»
«Sì, insieme con la bacchetta. Sono simboli magici… è un
po’ come quando voi portate la Croce in processione. Noi
portavamo la spada»
Io sorvolo sul paragone e continuo «E poi?»
«Poi ci disponevamo in un grande pentagono disegnato sul
pavimento all’interno di una circonferenza. Gli iniziati
stavano nel pentagono. C’erano dei ceri appoggiati in
terra. Qui veniva evocato il Principe Lucifero. Noi
invocavamo solo lui, perché a lui solo era dedicato il
culto»
«E si manifestava?»
«Come no!? Sentivamo un fortissimo odore di zolfo, le
fiamme delle candele si alzavano e in noi sentivamo una
presenza intensissima, come un grande senso di
esaltazione ed eccitazione. Allora sapevamo che il
nostro dio era presente»
«Partecipavano mai dei sacerdoti?»
«Diversi prelati partecipavano. L’anima di un prete è
molto più gradita a Lucifero. A volte ha chiesto di
assistere anche (omissis), ma lui non per
partecipare al culto, solo per studiare i riti. Lui si
metteva nel cerchio. Il cerchio all’interno del quale
era disegnato il pentagono, serviva come protezione
dagli spiriti evocati all’interno del pentagono. Lui
stava lì… dovevi vedere che paura che aveva quando si
alzavano le fiamme dei ceri… Quando qualche sacerdote
assisteva, come faceva (omissis), noi per
rispetto non utilizzavamo Ostie per il culto.»
La conversazione continua un po’ su questi argomenti.
Gli chiedo se ci sono fenomeni di possessione in seguito
a consacrazioni. Lui risponde di no, che Lucifero
protegge i suoi e di cui lui ha già l’anima. Racconta
però di un episodio in cui al risveglio si sentì
bloccato nel letto, mani e piedi; lui lottò un po’ per
liberarsi, alla fine ci riesce ed era come se Lucifero
gli dicesse, compiaciuto «Sei forte allora, eh?». Lui
commenta «Certo che sono forte, Lucifero, me l’hai data
tu questa forza!»
Mi chiede se sarei ripassato. Rispondo che devo
ripartire l’indomani. Ci salutiamo stringendoci la mano…
lui mi sorride affettuosamente…
Come d’abitudine stavo per dire, allontanandomi,
«pregate per me», ma mi sono fermato in tempo,
correggendo l’automatismo e limitandomi ad un «Pregate…
Pregate in generale, che vi fa bene!»
(testimonianza firmata)
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