Un ulteriore commentoChi è favore al principio che i fedeli prendano l’Eucarestia sulla mano si basa sul fatto che all’Ultima Cena Gesù disse: “Prendete e mangiate: questo è il mio corpo”. E ognuno degli Apostoli prese con le sue mani un pezzo di pane consacrato. Ci sono poi altre ragioni che orientano i devoti verso la concessione dell’Eucarestia sulla mano. Lasciando da parte un attimo queste altre motivazioni, concentriamoci ora sull’Ultima Cena. Obietto: il “prendete..”è stato detto e concesso ai 12 Apostoli, non agli altri seguaci di Gesù. Non alle pie donne che pure lo seguivano e l’adoravano, né alla folla che lo osannava. E’ stato rivolto ai suoi Sacerdoti, che avevano un compito particolare nei Suoi intendimenti: portare l’Eucarestia nel mondo. A loro, Gesù concede di prendere il Suo corpo in mano. A Giuda, che non lo amava e stava per tradirlo, dà Lui il pane consacrato in bocca. Chi non mi dice che glielo ha offerto Lui in bocca perché temeva che Giuda potesse lasciar cadere delle briciole in terra? Cosa lascia credere che fosse unicamente un segnale, una indicazione per il discepolo che Gesù amava? Poteva ben lasciare cadere delle briciole Giuda, anche inavvertitamente o involontariamente: briciole di pane consacrato, Suo corpo prezioso. Gesù non rischia, glielo mette Lui in bocca. Poco tempo addietro ho partecipato a una Santa Messa dove è stato consacrato pane azzimo: era a forma di disco, di dimensione media, circa 14-15 centimetri. Sebbene è stato diviso in cinque parti, siamo stati costretti a prendercele con la mano, per poterle mangiare. E’ lì che ho capito meglio perché delle persone che erano inserite in un Movimento religioso cattolico che consacra sempre il pane azzimo sotto forma di pagnotte, le quali sono fatte dalle appartenenti al Movimento, sono poi uscite disgustate dal Cammino che effettuavano, nonché dalla Chiesa. Ho faticato non poco, per aiutare queste persone a riavvicinarsi a Santa Romana Chiesa. Erano contrariate, e anche talora profondamente sofferenti, per quello che avevano visto e udito alle S. Messe a cui avevano partecipato (dove ovviamente il pane azzimo casereccio viene consumato dagli astanti): alcuni non avevano apprezzato che la Mensa eucaristica fosse ridotta a una cena comunitaria, a una agape gioiosa, altri erano rimasti sconvolti dai commenti di cui era oggetto il Corpo Santo di Cristo, dopo che il pane era stato consacrato: “Ma quanto è bruciato, ma quanto è salato…”. I loro compagni di merenda non parevano avere coscienza che parlavano del corpo di Gesù. Quel giorno di poco tempo fa ho capito meglio i racconti che mi avevano fatto quelle persone. Ho capito meglio le profanazioni. Non da parte dei satanisti, ma da parte dei cosiddetti “nostri”. Quando ti trovi di fronte a del pane che non ha la perfezione di purezza della Sacra Particola, quando sei di fronte a del pane comune, in tutti i sensi, con una crosta o una bruciatura, è difficile ancora di più Credere. E fin qui ci potremmo anche essere, nel senso che il problema, per chi veramente ha fede, è superabile. Però poi lo prendi in mano, pensi che è il corpo di Gesù anche se è bruciacchiato, e lo mangi. Anzitutto il senso devozionale si attenua, quando non va a farsi friggere malgrado la buona volontà (una mia amica, che è al vertice di un Istituto e quindi si presume che stupida non sia, ha partecipato in una paesino del Sud a una Santa Messa dove il prete, molto apprezzato dai suoi parrocchiani per il suo impegno nel sociale, ha consacrato pane casereccio. Davanti a lei un vecchio ha dato alla moglie un pezzo del pane pagnotta che il prete gli aveva consegnato, dicendole: io non ho fame, la vuoi tu? Era pane consacrato, era il corpo di Gesù. Ma come è possibile non capire che si perde la coscienza, la sacralità della sostanza fisica che si sta per prendere in bocca? L’Ostia aiuta ad avere la fede, la focaccia aiuta a perderla): tra noi, ci può essere il senso devozionale, anche in presenza del pane casereccio consacrato, ci può essere anche in questo Movimento che ne ha fatto uno dei suoi portabandiera: ma non è come prenderlo in bocca, c’è poco da fare. Non è come prenderlo in bocca da un prete. E poi: il pane si sbriciola con le mani, per poterlo mangiare, o si addenta. In entrambi i casi le briciole finiscono da qualche parte. Un anziano, accanto a me nella Santa Messa a cui stavo partecipando, teneva in mano il pane consacrato con la destra e lo mangiava. La sinistra era lungo il corpo. L’ho pregato di metterla sotto il pane a mo’ di trono, onde evitare che le briciole finissero per terra e poi calpestate. Le briciole, cioè la cosa più sacra in Cielo e sulla terra. Perché in ogni briciola c’è il corpo Santo di Gesù. Meminisse iuvabit. Non è difficile, nella situazione suddetta, che delle briciole cadano. O rimangano in mano. Al sacerdote, sull’altare, erano avanzate nella patena delle briciole, che poi ha riversato nel calice. Però quando invece di un pane a forma di disco si consacra una pagnotta di pane casereccio, lo sbriciolamento è consistente, e il pane rimane nella tovaglia, non sulla patena. E’ malizioso credere che delle briciole cadano per terra, nel lavoro di pulizia? Temo che sia solamente realistico. Provare per credere, se è facile o difficile toglierle tutte. E’ un trauma, per chi ama Gesù, vederlo trattato in certi modi. Anche a Gerusalemme la folla lo acclamava, ma il giorno dopo lo ha tradito: occorre vigilare, per non trovarci anche noi nella stessa situazione di quella folla. |